venerdì 8 aprile 2011

Intanto Bersani si frega le mani

Il siluramento di Geronzi a Generali è stato solo il secondo segnale che le cose stanno per cambiare.

Primo indizio: Montezemolo annuncia una sua probabile discesa in campo, quale campo? Silenzio assoluto, ma i leader del terzo polo stanno gonfiandosi il petto di orgoglio, e un motivo ci sarà.
Secondo indizio: Geronzi viene silurato.
Terzo indizio: la defenestrazione di Geronzi è stata attuata senza che Mediaset e Fininvest ne sapessero qualcosa, nonostante che i due pacchetti pesino insieme per il 4%
Quarto indizio: la Marcegaglia non ne sapeva nulla, dice lei, e se fosse vero sarebbe gravissimo.
Quinto indizio: Tremonti non poteva non sapere ma non ha lasciato trapelare nulla e, interrogato sulla questione, si è trincerato dietro un no comment.
Questi segnali lasciano intuire che a Trieste sia stata decisa la fine dell’era dei piazzisti/pataccari/urlatori (Feltri apostrofa così Silvio & Co.), e che si debba tornare al vecchio sistema. Ha vinto Della Valle, che ha sempre osteggiato Geronzi ed è sempre stato un anti Berlusconiano, e questo è l’ultimo segnale.

Il socio di maggioranza di Generali è Mediobanca, il vero fulcro della finanza italiana, resa potentissima dall’opera del suo mentore più elevato, quel Cuccia che pur muovendo i fili delle decisioni finanziarie più importanti della nazione, andava tutti i giorni al lavoro a piedi camminando vicino ai muri. Un uomo taciturno, schivo, che non appariva e non concedeva interviste, modesto nei suoi comportamenti, quasi essenziale, riservatissimo e proprio per questo imprevedibile nelle sue decisioni fin quasi alla genialità. La vera finanza italiana è nata con Cuccia, morto lui sembrava che il percorso da lui tracciato fosse stato smarrito.

A dispetto del suo nome Mediobanca non è mai stata una vera banca e Generali, il suo fiore all’occhiello, è sempre stata gestita con quei criteri di estrema riservatezza e segretezza tanto cari a Cuccia e mutuati da Mediobanca. Geronzi però di Generali aveva fatto una  vera banca, quindi sottoponendola a criteri sempre più ampi di pubblicità e trasparenza, errore fatale, perché le aziende di Mediobanca comunicano solo i loro bilanci. L’affare Geronzi, è stato studiato a tavolino e messo in atto in gran silenzio da dieci consiglieri su ventitre. La strategia attuata dimostra che c’è l’intenzione di recuperare gli antichi valori: una parola è già troppo. Tutto è stato studiato nei dettagli e si è aspettata l’occasione propizia. Le dimissioni di due consiglieri hanno dato il via, quando poi durante il C.d.A. è stata registrata l’assenza di altri due consiglieri le lettere sono state consegnate, dieci su diciannove, un blitz devastante e inatteso.

Berlusconi ora è letteralmente fuori di sé, ha già cominciato a muovere le sue pedine, ma il danno è fatto, i dieci non avrebbero mai messo in atto l’azione se non avessero avuto il benestare di qualche altro consigliere, magari proprio dei due assenti, che prima o poi dovranno pur tornare in consiglio, e per lui non è davvero possibile pensare ad un nuovo mandato presidenziale senza l’appoggio di Generali e di Mediobanca, perché da questi centri di potere dipendono le sorti e le decisioni di aziende importantissime, ma soprattutto vere aziende, che producono ed investono, che fanno fatti secondo i dettami di Cuccia e che sono investimenti veri per i soci, non scatole piene solo di marketing e parole, come Mediaset e Finivest, e come il PDL. Mediobanca deve assicurare ai suoi soci un Governo che incentivi l'economia. Intanto Bersani si frega le mani. Staremo a vedere.


AUGH!!!


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io mi domando come si possano dare delle buonuscite così esagerate a pe3rsonaggi che hanno fatto solo danni (Romiti ancora si frega le mani)

Venerdi Sushi ha detto...

Io cerco di vederla positivamente, nel senso che qualsiasi cifra ricevano, è una fortuna che si siano tolti dagli zebedei.